E’ un piccolo centro arroccato sulle colline tufacee che guardano verso il mare. Paese dalle tante torri e dalle strette stradine, ha nei dintorni importanti necropoli etrusche. La sua collocazione e la sua struttura ricordano verosimilmente la città di Tarquinia, importante centro storico ed archeologico dell’Etruria Meridionale. La struttura di Altafonte è classica: le strade serpeggiano lungo tutta la pianta del paese, riunendosi inevitabilmente in una piazzetta col bar e il muretto che circonda il giardino con le panchine. E’ qui che si danno appuntamento i ragazzi del paese ed è qui che ogni giorno anche Teo e Nicola si incontrano.
Teo. Teodora, detta Teo. Ha 12 anni, tante mollette colorate nei lisci capelli biondi e molta curiosità. Divoratrice di romanzi gialli, vede misteri anche dove non ci sono. E’ una tipa molto dinamica. Nessuno sforzo fisico, nessun ostacolo naturale le sembra difficile da affrontare. E’ impetuosa, al limite del temerario e spesso, per inseguire il filo di un’avventura, si mette nei guai. Veste sempre con pantaloni XL sotto il ginocchio e grosse scarpe da tennis. La sua passione sono le magliette oversize dalle scritte aggressive che nascondono, in realtà, la sua vulnerabilità. Magliette che avvertono: “Chi tocca muore” “Non abbaio, mordo” . Il suo cruccio fisico è il naso, che lei definisce da “patella” mentre è invece un simpatico naso a patatina. Teo vive a Roma e ha tutti i pregi e i difetti di una ragazzina metropolitana: la fretta, l’idea che il mondo è grande ma anche il fatto che nella vita bisogna imparare ad arrangiarsi da soli.
Nicola. Ha 13 anni e abita da sempre ad Altafonte. Si muove nel suo paese come un pesce nell’acqua, conosce tutti e tutto il territorio circostante. Fisicamente ha i capelli rossi e ricci e gli occhi chiari. Un giorno sarà un bel ragazzo. Per il momento è il classico adolescente magro con grandi piedi e grandi mani. Veste comodo ma “classico”: larghi jeans , maglietta e un inseparabile zainetto pieno di cose “utili”: mappe, pila, borraccia, carte del territorio. E’ un grande appassionato di archeologia, di Etruschi e della loro storia. Del resto è comprensibile, visto che Altafonte è meta archeologica di livello internazionale. Quanto Teo è temeraria ed estroversa, tanto Nicola è prudente e riflessivo. Nicola ha tutti i pregi e i difetti dei ragazzi nati in un piccolo paese: una forte appartenenza al territorio, la tendenza a pensare che il luogo in cui è nato sia l’ombelico del mondo ma anche una profonda solidarietà con gli altri .
Zorro. E’ l’inseparabile cane di Teo. Grande, nero, ingombrante, di razza più che incerta, la segue ovunque. E’ praticamente la sua ombra. In certi frangenti sembra pregiudicare con la sua invadenza e la sua botoleria gli esiti delle avventure. In realtà, ogni guaio provocato da lui apre prospettive nuove e spesso risolutive.
Zia Costanza. Zia di Teo e sorella di Lucilla. E’ una vivace ventisettenne bionda e ricciuta, con simpatiche fossette e un bel sorriso. Ospita Teo per le vacanze e ogniqualvolta si trovi “alle strette” con i genitori. Dopo varie peripezie professionali, ha finalmente aperto un’ erboristeria ad Altafonte Marina. Ha un vago “love affair” con Bruno. Lucilla considera sua sorella Costanza una svagata ed è perennemente preoccupata che non trovi marito o che si imbarchi in disastri economici. Teo ha con la zia un rapporto caldo e allegro.
Il padre, Luigi. E’ giornalista di cronaca: lavora in un quotidiano nazionale. Sulla quarantina, alto e con i capelli chiari, sempre un po’ spettinato, porta gli occhiali. Accanito lettore di quotidiani locali, viaggia sempre con una grossa mazzetta di giornali sotto il braccio. Il suo motto è: “Quando si fa il mio mestiere, bisogna conoscere bene la gente e le sue passioni”. Con Teo ha un rapporto di grande complicità.
La madre, Lucilla. I nomi insoliti per le donne sono una eredità di famiglia. Lucilla è avvocato civilista. Giovane e dinamica, bruna, sui trentotto anni, sta cercando di dimagrire dopo aver avuto il secondo figlio, che non ha ancora compiuto un anno. Orgogliosissima della figlia, teme sempre che si ficchi nei guai.
“L’impiastro”, il fratellino. L’impiastro (soprannome affibbiato da Teo) è il fratellino minore della ragazzina. Non sapremo mai il suo vero nome. Teo lo tratta con burbero affetto. Ha quasi un anno, gattona, sta facendo ancora i denti ed è pelato come un bonzo, tranne un ciuffetto nero sulla fronte. Ama svisceratamente Teo e i suoi CD, sui quali esercita i dentini nascenti, sbavando vigorosamente le copertine.
Achille. E’ il padre di Nicola e ha il negozio di ferramenta più fornito di Altafonte. Da lui vanno tutti gli artigiani, i turisti in cerca di palette e rastrelli, i contadini della campagna circostante. Il motto del suo negozio è : “Dal chiodo al trattore”. L’interno ha l’aria volutamente vecchiotta che ricorda le antiche botteghe : alti scaffali di legno e scatole di cartone con l’indicazione del contenuto. Achille, sui quarantacinque anni, è alto e pelato come un biliardo. Ironicamente, parla dei suoi capelli al passato remoto.E’ una persona concreta che ha l’etica del lavoro. Nicola lo aiuta volentieri durante le vacanze. Stare in negozio gli offre un punto di osservazione insolito sul colorito mondo di Altafonte.
Anna. E’ la madre di Nicola, impiegata e anima dell’ufficio turistico locale. Come tutte le mamme pensa che suo figlio sia il migliore del mondo, il più buono e responsabile esistente sulla faccia della terra. Si rifiuterà sempre e comunque di ammettere che , qualunque marachella succeda, sia colpa del figlio. Sarà sempre e solo colpa delle circostanze o di quella scapestrata di Teo che trascina Nicola nelle avventure più pazze. Fisicamente è una quarantenne piccola e rotondetta, combattiva e dinamica.
Martina. Amica di Teo e sua compagna di scuola, una volta arrivata ad Altafonte diventa amica anche di Nicola. Tredicenne intraprendente, ha una gran voglia di essere considerata donna prima del tempo. Al contrario di Teo, Martina veste “alla moda” e, apparentemente, sembra più interessata alle creme di bellezza che alle esplorazioni dei due amici. Nicola, per un po’, ne subisce il fascino abbagliante, ma poi preferirà le bruschezze di Teo alle smancerie di Martina. In realtà, Martina è meno sciocca di quanto sembri e il suo mostrarsi adulta nasconde la sua fragilità di adolescente.
Lorenzo. Quindicenne con un vago interesse per l’archeologia e un deciso interesse per la musica. Suona infatti in un gruppo musicale. Il suo arrivo ad Altafonte scatena un piccolo terremoto affettivo: Teo rimane folgorata da Lorenzo che con la sua originale pettinatura a treccioline le sembra, sulle prime, molto più “interessante” dell’amico. Il povero Nicola passerà dei brutti momenti. Lorenzo, però, è simpatico e curioso quanto basta perché possa far parte del nucleo di amici che ruota attorno al pianeta “Teo+Nicola+Zorro”. Una volta chiarito che Lorenzo non è un concorrente di Nicola e che Teo non ha alcuna intenzione di mollare il suo amico per la pelle, il ragazzo si rivelerà una “spalla” importante per le indagini avventurose della coppia di amici.
Tardo’. Tardò è il soprannome di Giovanni, ragazzone alto come un armadio e ingenuo come un bimbetto che, pur avendo qualche anno più di Nicola, è stato suo compagno di banco, a causa del suo evidente ritardo. Tardò ha però un grande talento pratico: abile elettricista, se la cava alla grande con tutto quanto ha a che fare con le mani. Si esprime in modo strano, inserendo nella sua parlata rumori onomatopeici mutuati dai fumetti ed è grazie ai fumetti che ha imparato a disegnare benissimo. Nicola lo protegge dalle prese in giro e dagli scherzi di cattivo gusto dei ragazzi del paese. A suo modo, Tardò è un amico vero, sincero e generoso. Dopo un’iniziale insofferenza, anche Teo ha imparato ad apprezzarlo e a sopportarne con filosofia le ingenuità e le ostinate richieste di gioco. Il ragazzo ama molto Nicola e Teo, che, durante un episodio, gli salveranno praticamente la vita.
Bruno. E’ un trentacinquenne che ha avuto una vita un po’ rocambolesca e (si sospetta) ai limiti del lecito ma è un tipo interessante. Non bellissimo, ha una faccia seria che si apre piacevolmente a rari sorrisi. E’ sempre abbronzato a causa della vita all’aria aperta. Originario di Altafonte, dopo aver girato il mondo è tornato al paese, dove ora lavora come guida archeologica per l’ufficio del Turismo. E’ segretamente (ma non troppo) innamorato di Costanza (che forse lo ricambia). Appassionato di etruscologia e della storia del mondo antico, è il mito di Nicola che da lui ha imparato tutto ciò che sa sugli Etruschi. Il suo abituale mezzo di locomozione è una vecchissima Harley Davidson, un vero pezzo di antiquariato, con grandi bisacce di cuoio laterali. Indossa sempre un giubbotto senza maniche, dalle mille tasche.
Vitaliano. E’ il logorroico barista del bar della piazzetta: conosce tutto e tutti e spesso fornisce informazioni senza averne la consapevolezza. E’ un cinquantenne piccoletto e magro, dal lungo naso e grossi denti , che indossa sempre un cappelluccio da fantino, in ricordo del suo mestiere precedente. Nel suo bar sono attaccate le foto dei suoi cavalli.
Augusto. Maresciallo dei Carabinieri, amico di zia Costanza. In seguito alle investigazioni compiute da Teo e Nicola, viene spesso coinvolto dalla zia nella fase finali delle indagini. Per mantenere i ragazzi al riparo dalla stampa, finisce col prendersi il merito delle operazioni.
Taglialatela. L’elegante direttore della Galleria etrusca, che accoglie amabilmente i ragazzi al loro arrivo, non è chiaro e limpido come sembra. I ragazzi, vuoi per desiderio di avventura, vuoi per curiosità, daranno un’occhiata più da vicino a questo signore.
Al contrario del gruppo dei “buoni” che rimarrà sostanzialmente lo stesso nel corso delle avventure, i “cattivi” che Teo e Nicola incontreranno nel corso delle loro indagini, cambieranno di volta in volta, seguendo la tipologia delle investigazioni e dei misteri trattati. Alcuni, però potranno ricomparire nel corso del tempo in altre avventure, come, ad esempio, la mitica signora Ramponi.
Oreste (il ladro). Gioviale bancarellaro, amico d’infanzia del padre di Teo e di Bruno, ostenta un’aria simpatica e amichevole con i ragazzi. Oreste è un debole, che vuole tentare il colpo della sua vita contrabbandando reperti etruschi ma la sua buona coscienza lo salva all’ultimo minuto. Trasandato di aspetto, già un po’ stempiato, è praticamente una cosa sola con la sua bancarella di piccoli oggetti etruschi, simil-veri.
Signora Ramponi (la ricettatrice). Donna senza scrupoli, ha avviato un lucroso commercio di reperti rubati e non ha esitazioni a ordinare l’eliminazione fisica dei due ragazzini, quando Teo e Nicola si mettono sulla sua strada cercando di impedirle l’affare. Cattiva sul serio, la Ramponi si mostra cinica e crudele. Abile nei travestimenti e nei trucchi, la conosceremo per la prima volta sotto le mentite spoglie di una anziana signora, ma si rivelerà nel corso dell’avventura col suo vero volto: quella di una elegante quarantenne dall’aria dura. Ricomparirà sulla strada dei ragazzini: l’erba cattiva non muore mai.
Bertolli. Giovane e piacente architetto rampante, progettista e di una lottizzazione abusiva nel pieno di una zona archeologica. Galante e seduttivo (corteggia abilmente zia Costanza), maneggione senza scrupoli, Bertolli è capace di lavorare all’interno delle istituzioni dove ottiene credibilità e finanziamenti. Classica persona “per bene”, sarà complicato per i due ragazzini smascherare le sue attività disoneste.
Giovanni Maggi. Venticinquenne di bell’aspetto, elegante, con parlantina forbita. Sinceramente interessato all’archeologia è però, altrettanto sinceramente, disposto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi. Non esita a tentare di uccidere l’anziana zia, pur di spillarle i soldi necessari a alle sue imprese. Uso il suo indiscusso fascino per imbrogliare e confondere le acque.
Ermanno. Cuoco e vivandiere, è un abile organizzatore di incontri e feste nei campi estivi per ragazzi in cui lavora. Biondo e gigantesco, con pittoreschi tatuaggi sui bicipiti e un lungo codino, è amico di tutti, simpatico, allegro. Ermanno fa uso della sua capacità comunicativa per nascondere attività losche ed illecite.
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